La Salute Mentale di Comunità consiste, prima di tutto, nel principio secondo cui le persone con disagio psichico sono cittadini e, come tali, parte della comunità e della società.

Il tema della Salute Mentale di Comunità, sebbene sia stato affrontato e realizzato strutturalmente, da Basaglia in poi, (vedi i CSM e altri servizi pubblici presenti sul territorio) fa fatica ad essere vivo nei contenuti, basti pensare alla mentalità neo-manicomiale presente in alcune delle strutture psichiatriche diffuse nel territorio. La persona con esperienza di sofferenza psichica dovrebbe potersi integrare nella comunità solidale che cerca di realizzare una continua osmosi tra tutti i cittadini.

Franco Basaglia ha espletato buone pratiche anche anni prima dell’approvazione della Legge 180. Esse hanno portato ad un cambiamento radicale: prima facendo entrare nel manicomio il “disordine” della vita poi costruendo un circuito  alternativo di risposta alla sofferenza psichica (il primo CSM nella città è dovuto a lui).

Allo stesso modo si vuole continuare sulla sua scia lavorando per la Salute Mentale di Comunità cioè servizi di salute mentale attraversabili e aperti a tutti per:

– ritrovarsi in primis tutti come persone;

– mettere al centro la persona, i suoi diritti e i suoi doveri;

– valorizzare le risorse della persona.

– valorizzare la persona come risorsa.

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